Malafemmina
All'Astra torna Caterina Vertova
Dopo Mia figlia vuole portare il velo, torna al Teatro Astra Caterina Vertova.
Con Malafemmina, storie di donne - produzione TPE - Iraq, Afghanistan, Medio Oriente ed Europa parlano un linguaggio universale. Nel week end dedicato alle Eve di tutto il mondo, dal 6 all'8 marzo, in via Rosolino Pilo, si parla di donne e di madri.
"Essere attrice, per me, afferma Caterina Vertova, vuol dire cercare un rapporto con il sé più profondo. È necessario scavare dentro le proprie contraddizioni, per trovare il coraggio e la forza di restituire al pubblico un racconto emotivo davvero immerso nella realtà e nella responsabilità del vivere sociale. E' un impegno importante, prima di tutto nei confronti delle nuove generazioni."
Madre sulla scena come nella vita, Caterina Vertova crede profondamente in questo approccio partecipativo e durante i suoi 25 anni di carriera ha interpretato soprattutto figure di donne vive spesso lacerate da conflitti; donne che nascondevano, dietro al rassicurante gioco delle convenzioni, l'ansia di vivere l'avventura della vita in tutte le sue più contraddittorie manifestazioni. Donne vere, reali, che potessero restituire al pubblico uno spaccato di vita quotidiano e combattivo.
Tratto da un testo di Francesco Zarazana, Malafemmina è al centro di un progetto più ampio - iniziato al Circolo dei lettori (24 febbraio), si concluderà in un incontro aperto sabato 7 marzo al Teatro Astra - che coinvolge ragazzi e docenti della scuola media-superiore con l'obiettivo di affrontare il tema dei diritti umani violati, usando come materiale storie vere che potranno essere lette e interpretate durante il laboratorio. Sarà proprio Caterina Vertova a coinvolgere il giovane pubblico che non sarà solo spettatore, ma protagonista nella lettura e nell'interpretazione dei testi, offrendo spunti di riflessione e confronto.
Al limite tra pubblico e privato, lecito o illecito, malvagità e normalità sta Malafemmina, storie di donne.
"Lo spettacolo" - spiega Francesco Zarzana - "racconta storie vere, che lo fanno diventare un vero e proprio teatro di servizio, ponendo allo spettatore spunti di riflessione, trasmettendo esperienze, immagini e sensazioni in una ricostruzione poetica che è quella tipica del palcoscenico."
Una giornalista uccisa al ritorno dalla spesa nella sua quotidianità, il silenzio del deserto, lo sguardo nascosto di una madre dietro un burqa, la vita spezzata di una donna che ha amato in maniera completa, un barcone volutamente rovesciato nel Mediterraneo che infrange i sogni di chi sperava in un futuro migliore, una donna ebrea scampata ai campi di concentramento che diventa araba per amore.. tutte sensazioni, che impersonate dal corpo della Vertova, con molti cambi d'abito nei costumi di Brigida Sacerdoti, fanno rivivere i ricordi, le speranze infrante da una realtà che delude le aspettative.
Racconti che si sommano alle immagini di Damiano Monaco, fondamentali insieme al disegno luci, per tracciare quella mappa emotiva che anima e accomuna tutte le donne citate. Perché importante è raccontare e rivivere. Rovistare dentro le loro vite per ridare, sulla scena, un'immagine speculare del loro mondo interiore. La forza, cioè, di un sesso che ancora si vuole debole e quindi facile nella sottomissione, nell'umiliazione, nel controllo. Un mondo di "donne con le palle" invece, tanto spesse, da impaurire qualsiasi sedicente uomo, a tal punto, a volte, da volerle, verbalmente e fisicamente, annientare.
Con Malafemmina, storie di donne - produzione TPE - Iraq, Afghanistan, Medio Oriente ed Europa parlano un linguaggio universale. Nel week end dedicato alle Eve di tutto il mondo, dal 6 all'8 marzo, in via Rosolino Pilo, si parla di donne e di madri.
"Essere attrice, per me, afferma Caterina Vertova, vuol dire cercare un rapporto con il sé più profondo. È necessario scavare dentro le proprie contraddizioni, per trovare il coraggio e la forza di restituire al pubblico un racconto emotivo davvero immerso nella realtà e nella responsabilità del vivere sociale. E' un impegno importante, prima di tutto nei confronti delle nuove generazioni."
Madre sulla scena come nella vita, Caterina Vertova crede profondamente in questo approccio partecipativo e durante i suoi 25 anni di carriera ha interpretato soprattutto figure di donne vive spesso lacerate da conflitti; donne che nascondevano, dietro al rassicurante gioco delle convenzioni, l'ansia di vivere l'avventura della vita in tutte le sue più contraddittorie manifestazioni. Donne vere, reali, che potessero restituire al pubblico uno spaccato di vita quotidiano e combattivo.
Tratto da un testo di Francesco Zarazana, Malafemmina è al centro di un progetto più ampio - iniziato al Circolo dei lettori (24 febbraio), si concluderà in un incontro aperto sabato 7 marzo al Teatro Astra - che coinvolge ragazzi e docenti della scuola media-superiore con l'obiettivo di affrontare il tema dei diritti umani violati, usando come materiale storie vere che potranno essere lette e interpretate durante il laboratorio. Sarà proprio Caterina Vertova a coinvolgere il giovane pubblico che non sarà solo spettatore, ma protagonista nella lettura e nell'interpretazione dei testi, offrendo spunti di riflessione e confronto.
Al limite tra pubblico e privato, lecito o illecito, malvagità e normalità sta Malafemmina, storie di donne.
"Lo spettacolo" - spiega Francesco Zarzana - "racconta storie vere, che lo fanno diventare un vero e proprio teatro di servizio, ponendo allo spettatore spunti di riflessione, trasmettendo esperienze, immagini e sensazioni in una ricostruzione poetica che è quella tipica del palcoscenico."
Una giornalista uccisa al ritorno dalla spesa nella sua quotidianità, il silenzio del deserto, lo sguardo nascosto di una madre dietro un burqa, la vita spezzata di una donna che ha amato in maniera completa, un barcone volutamente rovesciato nel Mediterraneo che infrange i sogni di chi sperava in un futuro migliore, una donna ebrea scampata ai campi di concentramento che diventa araba per amore.. tutte sensazioni, che impersonate dal corpo della Vertova, con molti cambi d'abito nei costumi di Brigida Sacerdoti, fanno rivivere i ricordi, le speranze infrante da una realtà che delude le aspettative.
Racconti che si sommano alle immagini di Damiano Monaco, fondamentali insieme al disegno luci, per tracciare quella mappa emotiva che anima e accomuna tutte le donne citate. Perché importante è raccontare e rivivere. Rovistare dentro le loro vite per ridare, sulla scena, un'immagine speculare del loro mondo interiore. La forza, cioè, di un sesso che ancora si vuole debole e quindi facile nella sottomissione, nell'umiliazione, nel controllo. Un mondo di "donne con le palle" invece, tanto spesse, da impaurire qualsiasi sedicente uomo, a tal punto, a volte, da volerle, verbalmente e fisicamente, annientare.
gb
Teatro Astra
MALAFEMMINA
Storie di donne
di Francesco Zarzana
con Caterina Vertova
a cura di Lia Tomatis
video di Damiano Monaco
costumi di Brigida Sacerdoti
MALAFEMMINA
Storie di donne
di Francesco Zarzana
con Caterina Vertova
a cura di Lia Tomatis
video di Damiano Monaco
costumi di Brigida Sacerdoti