''La Cocciutaggine premiata''
60 anni di Egri Danza
Dopo essere stata prima ballerina per la compagnia della Biennale di Venezia e per il teatro Comunale di Firenze, Susanna Egri si trasferisce a Torino dopo la morte del padre, Ernest Egri Erbstein, il famoso commissario tecnico che fece vincere cinque scudetti al Grande Toro, la squadra leggendaria vinta da un destino avverso il 4 maggio 1949 a Superga.
Di origine ungherese, fu allieva al teatro dell'Opera di Budapest di Ferenc Nadasy, allievo a sua volta di Nicola Guerra, in cui si forma secondo i principi della danza moderna ed espressionista dell'area centroeuropea, seguendo stage con Mary Wingman e Kurt Jooss. Dopo le esperienze di Venezia e Firenze sceglierà Torino come luogo deputato in cui aprire, nel 1953, il suo Centro di studio della Danza e successivamente i Balletti di Susanna Egri, oggi Compagnia EgriBiancoDanza. A lei va il merito di avere portato la danza in televisione - pensiamo al Foyer de la Dance del 1953 e a Cavalleria Rusticana all'interno del Prix Italia del 1963.
Tante sono le fonti a cui si ispira per le sue coreografie, dal balletto alla danza libera fino a toccare le danze folkloristiche ungheresi, affrontando svariate tematiche, dalla vita quotidiana a temi mistico-religiosi. Un impegno appassionato lungo 60 anni, e che negli anni gli è valsa la nomina a vice direttrice del Conseil International de la Dance dell'Unesco. Da ricordare anche la collaborazione con Gianfranco De Bosio per l'«Aida» dei record, la stessa che rimase in cartellone per ben tredici stagioni all'Arena di Verona.
Era il 19 aprile 1953 quando la copertina del settimanale «Radiocorriere» ritrae Susanna Egri in equilibrio su un'antenna televisiva con le scarpette da ballo, esattamente quattro mesi dopo il debutto di "Istantannee" (gennaio '53) al Teatro Alfieri di Torino, consacrandone così il talento, non solo agli addetti ai lavori, ma soprattutto al grande pubblico. Da allora sono passati sessant'anni e Torino, nella splendida cornice dorata del Teatro Carignano - nella serata del 26 ottobre, appuntamento IPuntiDanza -, vuole premiare "la cocciutaggine", che lei stessa si riconosce, per avere resistito nel capoluogo piemontese e aver desistito da lusinghe estere. A premiarla e omaggiarla il Comune, la Regione e la Cultura, non ultima l'associazione Lions.
Alla Serata Egri si ripropongono al pubblico "Istantannee", una delle prime creazioni del 1953, "Il Mandarino Meraviglioso", e una nuovissima creazione su musiche di Rossini dal titolo "Lezione di Cucina".
Definiti da Aurel Milloss - altro esponente insieme a Sara Acquarone e Anna Sagna della danza moderna in Italia - "aforismi danzanti" le Instantanee pensate dalla Egri sorprendo ancora oggi sia per la struttura che per il contenuto. Rivederle oggi acquista importanza fondamentale per tracciare delle linee guida di storia della danza italiana. La struttura e il contenuto nonché la danza portano nel bel paese le istanze coreute moderne provenienti dal centro Europa: non esiste una coreografia lineare, infatti la piéce e concepita in tre sezioni, sorta di tre quadri (Figure nello spazio, Solitudine, Rapporti) in cui, a partire dalle suggestioni musicali pensate ad hoc da Paul Arma, discepolo di Bela Bartok, si dipanano nello spazio figurazioni astratte fortemente plastiche ed in cui si fa riferimento al patrimonio emotivo dell'uomo nella sua condizione interna e, dell'uomo nel suo vivere associato, richiedendo allo spettatore una velocità di comprensione che dalla percezione di stimoli della danza conduce a considerazioni personali di ognuno, che variano a seconda dell'umore e della psicologia. Qui la danza non "narra" ma, come l'arte che andava sviluppandosi parallelamente, stimola ad una riflessione personale e comune allo stesso tempo. Questo può avvenire solo perché la danza moderna, al contrario del balletto classico (di cui si alimenta) non vuole assolutizzare temi ed eroi, ma vuole parlare all'uomo hic et nunc.
Diverso invece Il Mandarino Meraviglioso che, commissionato dal Budapest Spring Festival, mantiene sostanzialmente la struttura del libretto sostituendo alla figura della prostituta quella di un travestito obbligato a fungere da esca per i malviventi, amplificandone la dimensione metropolitana e di degrado in cui la vicenda si svolge. Interessante perché protagonista è Raphal Bianco, co-direttore oggi della Scuola EgriBianco, e per il soggetto, che forse oggi come ieri (proibite le repliche già nel 1926) può risultare poco consono ai più, ma, che per quanto riguarda la danza dice poco risultando moderno solo per l'intreccio, reiterando un codice accademico funzionale alla storia. Certo il marchio Egri può essere chiaro e forse proprio questa sua vicinanza all'opera originale le ha permesso di arrivare al podio davanti alle dieci compagnie in gara.
Ludica, ironica in pieno stile Rossini è la Lezione di Cucina che la Egri propone al suo pubblico per la sua ultima creazione. La danza come ogni arte ha bisogno dei suoi ingredienti, di preparazione e creatività... e allora de-gustiamo piccoli "esercizi di stile" cotti da una veterana dei cibi a base di danza. E con l'ultima creazione si conferma un gusto preciso durato 60 anni. Auguri.
Di origine ungherese, fu allieva al teatro dell'Opera di Budapest di Ferenc Nadasy, allievo a sua volta di Nicola Guerra, in cui si forma secondo i principi della danza moderna ed espressionista dell'area centroeuropea, seguendo stage con Mary Wingman e Kurt Jooss. Dopo le esperienze di Venezia e Firenze sceglierà Torino come luogo deputato in cui aprire, nel 1953, il suo Centro di studio della Danza e successivamente i Balletti di Susanna Egri, oggi Compagnia EgriBiancoDanza. A lei va il merito di avere portato la danza in televisione - pensiamo al Foyer de la Dance del 1953 e a Cavalleria Rusticana all'interno del Prix Italia del 1963.
Tante sono le fonti a cui si ispira per le sue coreografie, dal balletto alla danza libera fino a toccare le danze folkloristiche ungheresi, affrontando svariate tematiche, dalla vita quotidiana a temi mistico-religiosi. Un impegno appassionato lungo 60 anni, e che negli anni gli è valsa la nomina a vice direttrice del Conseil International de la Dance dell'Unesco. Da ricordare anche la collaborazione con Gianfranco De Bosio per l'«Aida» dei record, la stessa che rimase in cartellone per ben tredici stagioni all'Arena di Verona.
Era il 19 aprile 1953 quando la copertina del settimanale «Radiocorriere» ritrae Susanna Egri in equilibrio su un'antenna televisiva con le scarpette da ballo, esattamente quattro mesi dopo il debutto di "Istantannee" (gennaio '53) al Teatro Alfieri di Torino, consacrandone così il talento, non solo agli addetti ai lavori, ma soprattutto al grande pubblico. Da allora sono passati sessant'anni e Torino, nella splendida cornice dorata del Teatro Carignano - nella serata del 26 ottobre, appuntamento IPuntiDanza -, vuole premiare "la cocciutaggine", che lei stessa si riconosce, per avere resistito nel capoluogo piemontese e aver desistito da lusinghe estere. A premiarla e omaggiarla il Comune, la Regione e la Cultura, non ultima l'associazione Lions.
Alla Serata Egri si ripropongono al pubblico "Istantannee", una delle prime creazioni del 1953, "Il Mandarino Meraviglioso", e una nuovissima creazione su musiche di Rossini dal titolo "Lezione di Cucina".
Definiti da Aurel Milloss - altro esponente insieme a Sara Acquarone e Anna Sagna della danza moderna in Italia - "aforismi danzanti" le Instantanee pensate dalla Egri sorprendo ancora oggi sia per la struttura che per il contenuto. Rivederle oggi acquista importanza fondamentale per tracciare delle linee guida di storia della danza italiana. La struttura e il contenuto nonché la danza portano nel bel paese le istanze coreute moderne provenienti dal centro Europa: non esiste una coreografia lineare, infatti la piéce e concepita in tre sezioni, sorta di tre quadri (Figure nello spazio, Solitudine, Rapporti) in cui, a partire dalle suggestioni musicali pensate ad hoc da Paul Arma, discepolo di Bela Bartok, si dipanano nello spazio figurazioni astratte fortemente plastiche ed in cui si fa riferimento al patrimonio emotivo dell'uomo nella sua condizione interna e, dell'uomo nel suo vivere associato, richiedendo allo spettatore una velocità di comprensione che dalla percezione di stimoli della danza conduce a considerazioni personali di ognuno, che variano a seconda dell'umore e della psicologia. Qui la danza non "narra" ma, come l'arte che andava sviluppandosi parallelamente, stimola ad una riflessione personale e comune allo stesso tempo. Questo può avvenire solo perché la danza moderna, al contrario del balletto classico (di cui si alimenta) non vuole assolutizzare temi ed eroi, ma vuole parlare all'uomo hic et nunc.
Diverso invece Il Mandarino Meraviglioso che, commissionato dal Budapest Spring Festival, mantiene sostanzialmente la struttura del libretto sostituendo alla figura della prostituta quella di un travestito obbligato a fungere da esca per i malviventi, amplificandone la dimensione metropolitana e di degrado in cui la vicenda si svolge. Interessante perché protagonista è Raphal Bianco, co-direttore oggi della Scuola EgriBianco, e per il soggetto, che forse oggi come ieri (proibite le repliche già nel 1926) può risultare poco consono ai più, ma, che per quanto riguarda la danza dice poco risultando moderno solo per l'intreccio, reiterando un codice accademico funzionale alla storia. Certo il marchio Egri può essere chiaro e forse proprio questa sua vicinanza all'opera originale le ha permesso di arrivare al podio davanti alle dieci compagnie in gara.
Ludica, ironica in pieno stile Rossini è la Lezione di Cucina che la Egri propone al suo pubblico per la sua ultima creazione. La danza come ogni arte ha bisogno dei suoi ingredienti, di preparazione e creatività... e allora de-gustiamo piccoli "esercizi di stile" cotti da una veterana dei cibi a base di danza. E con l'ultima creazione si conferma un gusto preciso durato 60 anni. Auguri.
gb
IPUNTIDANZA 2013/2014
SERATA EGRI
60 anni di coreografie di Susanna Egri
www.egridanza.com
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