Massimiliano Casilli
Il suo mondo è un mondo colorato, fatto di tonalità accese sempre in contrasto con toni scuri fino a sconfinare nel buio più nero. Il mondo di Massimiliano Casilli è la contemporanea Magna Grecia, terra di contrasti e di forti passioni. Terra di mezzo e di poesia. Terra d'amuri e di chianti, terra di cori. Il cuore appunto sembra muovere la sua arte così come la sua vita, in un intreccio in cui si uniscono fino a mischiarsi o divenendo tutt'uno. Per lui l'arte è vita e nasce sempre da una causa interna. E cosi come molteplici sono le emozioni dei viventi, svariati saranno i temi proposti sulla tela: sogni, incubi, gioie e rimpianti, tormenti e ansie, quotidiano. L'amore e il dolore.
L'equilibrio della sua fede buddista traspare nelle sue opere come ricerca di un'armonia non solo grafica ma soprattutto tonale. I colori, come stati emotivi, fanno da sfondo a realtà ipotetiche che si fanno immagine. E come nella migliore tradizione contemporanea le sue opere diventato le briciole di pane utile al cammino inverso che dalla tela muove verso l'artista e quindi l'uomo. Una volta individuato il codice, ecco la carta delle emozioni e delle speranze dell'artista.
D: Restauratore, artista, trasformista. Qual è il rapporto che hai con la tua arte: necessità o creazione?
R: Non c'è privato fra l'essere restauratore, artista e trasformista. Sono aspetti diversi, restauro per necessità e creo la mia forma d'arte.
L'equilibrio della sua fede buddista traspare nelle sue opere come ricerca di un'armonia non solo grafica ma soprattutto tonale. I colori, come stati emotivi, fanno da sfondo a realtà ipotetiche che si fanno immagine. E come nella migliore tradizione contemporanea le sue opere diventato le briciole di pane utile al cammino inverso che dalla tela muove verso l'artista e quindi l'uomo. Una volta individuato il codice, ecco la carta delle emozioni e delle speranze dell'artista.
D: Restauratore, artista, trasformista. Qual è il rapporto che hai con la tua arte: necessità o creazione?
R: Non c'è privato fra l'essere restauratore, artista e trasformista. Sono aspetti diversi, restauro per necessità e creo la mia forma d'arte.
D: Le tue tele sono l'insieme di una ricerca personalissima tanto che il patrimonio iconografico a volte risulta originalissimo. Simbologie orientali e buddiste, tema dell'androgino si mischiano al tuo quotidiano, alle tue amicizie, costituendo il codice visivo che porta dritto al tuo vissuto. Incominciamo: è il buddismo che incontra la tua arte o è l'arte che abbraccia la tua fede? E come si risolve sulla tela?
R: Fede e vita quotidiana non sono due cose separate. La mia fede è vita e sulla tela si risolve come effetto manifesto, il risultato di una causa interna.
D; Cosa ha significato essere gay in un piccolo paese siciliano, e come ha inciso sulla tua arte. Se lo scopo è l'androgino mi sembra un buon risultato, no?
R: Per fortuna essere omosessuale mi ha dato l'occasione per approfondire la mia fede, la mia arte, la mia vita, trasformando una causa di sofferenza in stimolo creativo. Senza scappare da me stesso ma usando la mia vita così com'è, per creare valore nel posto dove sono adesso. L'androginia ad oggi rappresenta una fase adolescenziale superata; attualmente mi interessa la ricerca del vero, del reale. Dell'essere un uomo coerente in tutti i suoi fattori, quali aspetto, natura, entità, ecc. La sessualità è stata comunque un ottimo catalizzatore per tirar fuori creatività, rabbia, protesta. Oggi godo di tutta la gamma di emozioni che solo l'essere umano possiede.
D: In altre tele invece temi universali o estremamente meditativi come Ricordi lontani, Made in China, Orizzonti di Madre Terra, Animalità e Bilena vengono descritti attraverso una tua personale visione di idee quali Africa e China. L'immaginazione è un altro elemento importante della tua arte?
R. Più che l'immaginazione direi l'amore per la terra, per l'universo.
R: Fede e vita quotidiana non sono due cose separate. La mia fede è vita e sulla tela si risolve come effetto manifesto, il risultato di una causa interna.
D; Cosa ha significato essere gay in un piccolo paese siciliano, e come ha inciso sulla tua arte. Se lo scopo è l'androgino mi sembra un buon risultato, no?
R: Per fortuna essere omosessuale mi ha dato l'occasione per approfondire la mia fede, la mia arte, la mia vita, trasformando una causa di sofferenza in stimolo creativo. Senza scappare da me stesso ma usando la mia vita così com'è, per creare valore nel posto dove sono adesso. L'androginia ad oggi rappresenta una fase adolescenziale superata; attualmente mi interessa la ricerca del vero, del reale. Dell'essere un uomo coerente in tutti i suoi fattori, quali aspetto, natura, entità, ecc. La sessualità è stata comunque un ottimo catalizzatore per tirar fuori creatività, rabbia, protesta. Oggi godo di tutta la gamma di emozioni che solo l'essere umano possiede.
D: In altre tele invece temi universali o estremamente meditativi come Ricordi lontani, Made in China, Orizzonti di Madre Terra, Animalità e Bilena vengono descritti attraverso una tua personale visione di idee quali Africa e China. L'immaginazione è un altro elemento importante della tua arte?
R. Più che l'immaginazione direi l'amore per la terra, per l'universo.
D. In quadri quali 2002 o nella serie Bodhisattva - nella quale ritrai due grandi cuori, in cui il secondo è raffigurato in maniera antropomorfa, come se stesse strisciando - trapela un particolare rapporto con il dolore. Che significa per te soffrire?
R. L'ideale per me è aprirsi alla gioia e illuminarsi quando c'è sofferenza. Entrambi sono aspetti della vita, per me l'importante e accogliere ogni sofferenza come una sfida per farne un trampolino di lancio, approfondendo così la mia fede, in modo tale da diventare una persona migliore al fine di comprendere meglio la sofferenza degli altri e sostenerli. E' il cuore che conta.
D. Dicono storie di principesse chiuse in castelli per troppa bellezza.... E' possibile che ogni artista si senta una principessa poco compresa o rinchiusa in un castello?
R. Non so...In definitiva ogni artista ha qualcosa da esprimere. Il caso della principessa rinchiusa vuole rappresentare il fascino della bellezza, che a volte da sola non basta per ottenere ricompense o reciprocità, restando così chiusa in un castello, che ne è l'aspetto esteriore. Ovviamente ogni interpretazione dello spettatore è personale.
R. L'ideale per me è aprirsi alla gioia e illuminarsi quando c'è sofferenza. Entrambi sono aspetti della vita, per me l'importante e accogliere ogni sofferenza come una sfida per farne un trampolino di lancio, approfondendo così la mia fede, in modo tale da diventare una persona migliore al fine di comprendere meglio la sofferenza degli altri e sostenerli. E' il cuore che conta.
D. Dicono storie di principesse chiuse in castelli per troppa bellezza.... E' possibile che ogni artista si senta una principessa poco compresa o rinchiusa in un castello?
R. Non so...In definitiva ogni artista ha qualcosa da esprimere. Il caso della principessa rinchiusa vuole rappresentare il fascino della bellezza, che a volte da sola non basta per ottenere ricompense o reciprocità, restando così chiusa in un castello, che ne è l'aspetto esteriore. Ovviamente ogni interpretazione dello spettatore è personale.