Respire
I 'bambini' fanno 'Oooh'
Cosa spinge un pubblico variegato, dal bambino di tre anni alla persona settantenne, a godersi uno spettacolo teatrale? Miracolo che solo la scatola nera del teatro può generare, con Respire i Circocentrique, regalano al fortunatissimo pubblico di Teatro A corte, uno spettacolo sorprendente a metà fra poesia e gioco
Formatisi all'ESAC, l'Ecole Supérieure des Arts du Cirque di Bruxelles, Alessandro Maida e Maxime Phytoud decidono di costituire un duo artistico dando vita alla Compagnia Cincocentrique. La loro prima creazione Les voisins viene accolta con grande ammirazione da parte della stampa specializzata, degli operatori e del pubblico, tanto che sembra naturale approdare a Respire, il loro nuovo spettacolo. Per questo il duo si è fatto trio aprendo la collaborazione con Alejandro Petrasso, squisito pianista con alle spalle esperienze musicali sia nel mondo del circo che in quello della danza, stimolando la loro creatività e facilitando la mistura dei diversi linguaggi artistici. La musica è il cuore dello spettacolo, i performers il corpo e l'anima. Il risultato è poesia, ovvero l'azzeramento totale di qualsiasi nozione sociale. Si torna indietro e ci si riconosce capaci ancora di sorprendersi. Ci si ricorda quanto era bello rincorrersi e farsi i dispetti, piangere e ridere, esaltarsi per aver battuto il proprio compagnetto. Volere sempre il suo gioco o volerne uno più grande..
Pochi i bambini in sala, ma fra quelli uno che se la rideva veramente di gusto; subito la mente corre li a quella faccia felice, che godrà sicuramente meglio degli adulti la finzione magica che Respire mette in scena. Perchè Respire è sogno, è l'immaginazione che sfocia nella creatività. E' la nostalgia che non sfocia nella tristezza ma nella speranza. E' ricordo positivo che diventa cibo per l'anima. E' l'immagine visiva della definizione psicologica di "maturità": la serietà di un bambino quando gioca. E quanto è serio il nostro trio. Innanzitutto nel presentare un prodotto pregiatissimo perché valido sotto tutti i punti di vista. Dalla tecnica alla mimica, dal movimento alle arti circensi, dalla giocoleria al teatro di figura financo le gag clownesche, tutto è leggerissimamente rigorosissimo. Il loro sforzo si fa scrittura nello spazio e la musica diventa linguaggio, o meglio il codice per predisporre il pubblico a lasciarsi guidare in questo viaggio a ritroso.
In secondo luogo colpiscono sempre i prodotti francofili perchè hanno una marcia in più e negarlo sembra inopportuno. Sembra che non abbiano dimenticato la nozione di teatro teatrale, quel teatro che deve sorprendere, non per le presunte tematiche leggere o sfociare nel teatro di intrattenimento, ma perchè riesce a rendere gioco la tematica più pesante, e nel riuscire a fare questo, mantenendosi sempre a mezz'aria fra sogno e realtà, fra un essere adulto non immemore dell'essere stato prima un bimbo, parla ad un pubblico infra-generazionale. Ecco, forse il teatro nostrano manca un pò di questo pensiero bimbo, è dannatamente adulto. Ed infatti accade di rado che al termine dei nostri spettacoli ogni generazione applaude con la stessa foga e con lo stesso coinvolgimento. Trasporto che invece ha accompagnato l'inchino dei Circocentrique, dove alle mani che si consumavano si sostituivano i piedi battenti. Merveilleux!
Formatisi all'ESAC, l'Ecole Supérieure des Arts du Cirque di Bruxelles, Alessandro Maida e Maxime Phytoud decidono di costituire un duo artistico dando vita alla Compagnia Cincocentrique. La loro prima creazione Les voisins viene accolta con grande ammirazione da parte della stampa specializzata, degli operatori e del pubblico, tanto che sembra naturale approdare a Respire, il loro nuovo spettacolo. Per questo il duo si è fatto trio aprendo la collaborazione con Alejandro Petrasso, squisito pianista con alle spalle esperienze musicali sia nel mondo del circo che in quello della danza, stimolando la loro creatività e facilitando la mistura dei diversi linguaggi artistici. La musica è il cuore dello spettacolo, i performers il corpo e l'anima. Il risultato è poesia, ovvero l'azzeramento totale di qualsiasi nozione sociale. Si torna indietro e ci si riconosce capaci ancora di sorprendersi. Ci si ricorda quanto era bello rincorrersi e farsi i dispetti, piangere e ridere, esaltarsi per aver battuto il proprio compagnetto. Volere sempre il suo gioco o volerne uno più grande..
Pochi i bambini in sala, ma fra quelli uno che se la rideva veramente di gusto; subito la mente corre li a quella faccia felice, che godrà sicuramente meglio degli adulti la finzione magica che Respire mette in scena. Perchè Respire è sogno, è l'immaginazione che sfocia nella creatività. E' la nostalgia che non sfocia nella tristezza ma nella speranza. E' ricordo positivo che diventa cibo per l'anima. E' l'immagine visiva della definizione psicologica di "maturità": la serietà di un bambino quando gioca. E quanto è serio il nostro trio. Innanzitutto nel presentare un prodotto pregiatissimo perché valido sotto tutti i punti di vista. Dalla tecnica alla mimica, dal movimento alle arti circensi, dalla giocoleria al teatro di figura financo le gag clownesche, tutto è leggerissimamente rigorosissimo. Il loro sforzo si fa scrittura nello spazio e la musica diventa linguaggio, o meglio il codice per predisporre il pubblico a lasciarsi guidare in questo viaggio a ritroso.
In secondo luogo colpiscono sempre i prodotti francofili perchè hanno una marcia in più e negarlo sembra inopportuno. Sembra che non abbiano dimenticato la nozione di teatro teatrale, quel teatro che deve sorprendere, non per le presunte tematiche leggere o sfociare nel teatro di intrattenimento, ma perchè riesce a rendere gioco la tematica più pesante, e nel riuscire a fare questo, mantenendosi sempre a mezz'aria fra sogno e realtà, fra un essere adulto non immemore dell'essere stato prima un bimbo, parla ad un pubblico infra-generazionale. Ecco, forse il teatro nostrano manca un pò di questo pensiero bimbo, è dannatamente adulto. Ed infatti accade di rado che al termine dei nostri spettacoli ogni generazione applaude con la stessa foga e con lo stesso coinvolgimento. Trasporto che invece ha accompagnato l'inchino dei Circocentrique, dove alle mani che si consumavano si sostituivano i piedi battenti. Merveilleux!
gb
Teatro a Corte
Respire
C.ie Circocentrique
www.circocentrique.com
www.teatroacorte.it
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