Arias riprende Viviani
iI Circo al Carignano
Per il palinsesto dello Stabile, al Teatro Carignano è di scena il circo. Per la regia di Alfredo Arias e con il testo e le musiche di Raffaele Viviani, dall'11 al 16 febbraio Napoli occupa Torino e il CIRCO EQUESTRE SGUEGLIA sbarca a teatro. Equilibri precari, fragilità nascoste raccontano di funambolici tradimenti e di amori da scoprire.
Composta e andata in scena al Teatro Bellini di Napoli nel 1922, Circo equestre Sgueglia è la prima commedia del drammaturgo napoletano Raffaele Viviani. Scritta in prosa e musica la commedia è densa di valenze sociali e il testo, grazie alle sfaccettature umane delle proprie opere venne paragonato dalla critica ora a Pirandello ora a Brecht.
La scrittura di Viviani – scrive il regista Arias – s'impossessa di un mondo particolarmente tragico: il circo, l'emblema della fragilità. Un mondo esposto alla tempesta, ai capricci della pioggia e del vento, ai sussulti del cuore perché questa comunità è anch'essa alla mercé delle intemperie della passione.
Nata nella prima metà del Novecento la commedia si nutre di tutte quelle novità partorite dalle Avanguardie di qualsiasi disciplina. Cabaret, commedia all'italiana, il circo come metafora del no sense della vita stessa, mimo alla Marcel Marceau e immaginario surrealista (che nascerà un anno dopo, nel 1923 nella vicina Francia) si fondono con la cultura napoletana, con quello stile colorito e drammatico che nei secoli precedenti ha fatto grande il nome di Napoli. Ma ripresa oggi, nel 2014, la tragicommedia si nutre anche di tutte quelle innovazioni che partite in nuge nella prima metà del secolo, dopo il secondo conflitto mondiale, si teorizzano e si impongono nel mondo delle arti. Non è difficile ritrovare Totò, grande icona napoletana e italiana, come è facile riconosce le influenze del surrealista Alejandro Jodorowsky che nella sua pellicola del 1989 Santa Sangre sceglie proprio il circo per ambientare il film in cui la protagonista, come nell'opera di Viviani, subisce un incidente a cavallo. Dunque immaginari del sud del mondo qui si amalgamano e diventano tutt'uno.
Argentino naturalizzato francese, autore di spettacoli esuberanti e dotati di una vena ironica tenera e folle, Alfredo Arias mette in scena il circo della vita. Ambientato tra baracconi e giostre, i protagonisti sono due clown, vittime della infedeltà dei rispettivi partner, circondati da una galleria di personaggi che sbarcano il lunario in condizioni di perenne precarietà. Non c'è niente di sicuro insomma, neanche le convinzioni che ci aiutano a deglutire la pillola. Il clown è simbolo di gioia e al contempo di solitudine tristezza, è metafora dell'attore e infine, pirandellianamente, dell'uomo stesso. Indossa una maschera anche fuori dalle scene e tutti i personaggi sono vittime inconsce di questa verità: se non si recita a teatro si recita nella vita, con gli amici, con i vicini, con i colleghi. Ma La verità?
La verità è che siamo dei poveri diavoli come dice il regista, e ed è proprio dall'immedesimazione con "clown" che si nasconde in noi che nascono le lacrime. Consapevolezza di cose semplici, la sana condivisione che conduce all'amore vero, al rispetto reciproco è quello che i due protagonisti scoprono dopo una vita di attese, di inganni e ingiustizie. Come a dire andate oltre la "rappresentazione", superate i desideri del corpo e alimentate le emozioni eterne. Non sono gli scatti vitalistici a colmare un vuoto come nei personaggi comprimari, ma è la consapevolezza dei protagonisti, avvenuta dopo anni e quasi in vecchia, che l'amore non ha a che fare né con il cinema né con il teatro. La Vita è Circo: Amore e amarezza!
Non è un musical, no è una commedia all'italiana, non è una semplice testo teatrale, non è uno spettacolo di circo. E' tutto insieme e questo melting pot di stili e culture, di emozioni che dal basso giungono a sublimarsi, compongono un'opera semi-seria dalle fattezze contemporanee composta da un cast di attori versatili e bravissimi.
Composta e andata in scena al Teatro Bellini di Napoli nel 1922, Circo equestre Sgueglia è la prima commedia del drammaturgo napoletano Raffaele Viviani. Scritta in prosa e musica la commedia è densa di valenze sociali e il testo, grazie alle sfaccettature umane delle proprie opere venne paragonato dalla critica ora a Pirandello ora a Brecht.
La scrittura di Viviani – scrive il regista Arias – s'impossessa di un mondo particolarmente tragico: il circo, l'emblema della fragilità. Un mondo esposto alla tempesta, ai capricci della pioggia e del vento, ai sussulti del cuore perché questa comunità è anch'essa alla mercé delle intemperie della passione.
Nata nella prima metà del Novecento la commedia si nutre di tutte quelle novità partorite dalle Avanguardie di qualsiasi disciplina. Cabaret, commedia all'italiana, il circo come metafora del no sense della vita stessa, mimo alla Marcel Marceau e immaginario surrealista (che nascerà un anno dopo, nel 1923 nella vicina Francia) si fondono con la cultura napoletana, con quello stile colorito e drammatico che nei secoli precedenti ha fatto grande il nome di Napoli. Ma ripresa oggi, nel 2014, la tragicommedia si nutre anche di tutte quelle innovazioni che partite in nuge nella prima metà del secolo, dopo il secondo conflitto mondiale, si teorizzano e si impongono nel mondo delle arti. Non è difficile ritrovare Totò, grande icona napoletana e italiana, come è facile riconosce le influenze del surrealista Alejandro Jodorowsky che nella sua pellicola del 1989 Santa Sangre sceglie proprio il circo per ambientare il film in cui la protagonista, come nell'opera di Viviani, subisce un incidente a cavallo. Dunque immaginari del sud del mondo qui si amalgamano e diventano tutt'uno.
Argentino naturalizzato francese, autore di spettacoli esuberanti e dotati di una vena ironica tenera e folle, Alfredo Arias mette in scena il circo della vita. Ambientato tra baracconi e giostre, i protagonisti sono due clown, vittime della infedeltà dei rispettivi partner, circondati da una galleria di personaggi che sbarcano il lunario in condizioni di perenne precarietà. Non c'è niente di sicuro insomma, neanche le convinzioni che ci aiutano a deglutire la pillola. Il clown è simbolo di gioia e al contempo di solitudine tristezza, è metafora dell'attore e infine, pirandellianamente, dell'uomo stesso. Indossa una maschera anche fuori dalle scene e tutti i personaggi sono vittime inconsce di questa verità: se non si recita a teatro si recita nella vita, con gli amici, con i vicini, con i colleghi. Ma La verità?
La verità è che siamo dei poveri diavoli come dice il regista, e ed è proprio dall'immedesimazione con "clown" che si nasconde in noi che nascono le lacrime. Consapevolezza di cose semplici, la sana condivisione che conduce all'amore vero, al rispetto reciproco è quello che i due protagonisti scoprono dopo una vita di attese, di inganni e ingiustizie. Come a dire andate oltre la "rappresentazione", superate i desideri del corpo e alimentate le emozioni eterne. Non sono gli scatti vitalistici a colmare un vuoto come nei personaggi comprimari, ma è la consapevolezza dei protagonisti, avvenuta dopo anni e quasi in vecchia, che l'amore non ha a che fare né con il cinema né con il teatro. La Vita è Circo: Amore e amarezza!
Non è un musical, no è una commedia all'italiana, non è una semplice testo teatrale, non è uno spettacolo di circo. E' tutto insieme e questo melting pot di stili e culture, di emozioni che dal basso giungono a sublimarsi, compongono un'opera semi-seria dalle fattezze contemporanee composta da un cast di attori versatili e bravissimi.
GB
TEATRO CARIGNANO
Circo Equestre Sgueglia
testo e musiche originali Raffaele Viviani
con Massimiliano Gallo, Monica Nappo
Lino Musella, Tonino Taiuti, Gennaro Di Biase, Giovanna Giuliani, Carmine Borrino, Autilia Ranieri, Lorena Cacciatore, Marco Palumbo
con la partecipazione di Mauro Gioia
musicisti Giuseppe Burgarella, Gianni Minale, Flavio Tanzi
regia Alfredo Arias
scene Sergio Tramonti
luci Pasquale Mari
costumi Maurizio Millenotti
arrangiamenti musicali Pasquale Catalano
coreografie Luigi Neri
soprattitoli Luca Delgado
Teatro Stabile di Napoli / Fondazione Campania dei Festival / Napoli Teatro Festival Italia / Teatro di Roma
www.teatrostabiletorino.it
Circo Equestre Sgueglia
testo e musiche originali Raffaele Viviani
con Massimiliano Gallo, Monica Nappo
Lino Musella, Tonino Taiuti, Gennaro Di Biase, Giovanna Giuliani, Carmine Borrino, Autilia Ranieri, Lorena Cacciatore, Marco Palumbo
con la partecipazione di Mauro Gioia
musicisti Giuseppe Burgarella, Gianni Minale, Flavio Tanzi
regia Alfredo Arias
scene Sergio Tramonti
luci Pasquale Mari
costumi Maurizio Millenotti
arrangiamenti musicali Pasquale Catalano
coreografie Luigi Neri
soprattitoli Luca Delgado
Teatro Stabile di Napoli / Fondazione Campania dei Festival / Napoli Teatro Festival Italia / Teatro di Roma
www.teatrostabiletorino.it