Il Museo del riciclo
quando l'arte si fa sostenibile
Era il 1980 quando l'"Unione Internazionale per la Conservazione della Natura" rese pubblico il documento "Strategie per la Conservazione del Mondo", seguito nel 1982 dalla "Carta per la Natura", per puntare l'attenzione sul declino dell'ecosistema globale. Tenendo in considerazione le differenze di priorità fra i G20 ed i PVS, la Commissione mondiale delle Nazioni Unite su Ambiente e Sviluppo - la Commissione Brundtland - lavorò per risolvere lo pseudo conflitto fra rispetto dell'ambiente e sviluppo. La commissione giunse alla conclusione che l'approccio allo sviluppo avrebbe dovuto invertire la sua rotta per divenire sostenibile. Se negli anni ottanta si intuivano le minacce di uno spreco delle risorse naturali, trent'anni dopo, subendone gli effetti devastanti, vivere sostenibile diventa una necessità, un dovere civile.
Per questo nasce il Museo del Riciclo. Partorito dalla volontà del consorzio Ecolight - sistema collettivo che si occupa della gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (raee) - che con oltre 1100 agenzie partecipanti, ha voluto dare maggiore peso al suo impegno in favore dell'ambiente. E, infatti, un museo dedicato proprio a materiali da "discarica" vuole essere anche una testimonianza significativa della sensibilizzazione ai temi ambientali, sia per i consumatori che per tutti gli utenti in generale.
Obbiettivo? Fare in modo che il tema del "riciclo" diventi più familiare, non più legato al mondo dei rifiuti, ma collegato ad un nuovo modo di intendere il vivere e la natura, dove ciò che non serve più, non deve necessariamente essere cestinato, quanto piuttosto trasformato, reinventato. Ed è questo aspetto ludico che fa si che questa arte del riuso possa coinvolgere un pubblico eterogeneo - dalle famiglie, ai bambini, alle scuole, a tutti gli adulti - in modo da sviluppare la sensibilità ad un impegno, che diviene uno stile di vita e che, se pur trasformato in unGIOCO, interessa il destino serissimo del nostro ambiente e della nostra sopravvivenza.
Tsunami, Uragano Katrina, Uragano Rita, sono solo alcuni dei nomi - o degli effetti citati all'inizio - dati alle peggiori rivolte che la natura ha inflitto al genere umano. Ma senza andare lontano pensiamo al terremoto dell'Aquila, agli straripamenti nelle province del messinese e, non ultimo, allo sfortunato episodio accaduto nel non così lontano Giappone.
Cosa vuole dirci Madre Natura? Forse che è matrigna diranno alcuni? Se esiste un cattivo certo non è la natura che, a quanto stanno le cose, è stata abbondantemente ridotta ai minimi termini, tanto da mettere a rischio le risorse che si pensavano illimitate come l'acqua. E come mai le agenzie sovranazionali non hanno il potere di far cambiare idea alle Nazioni che non firmano le convenzioni, una per tutte la convenzione di Tokyo?
La cura dell'ambiente passa infatti da attenzioni che ciascuno può e deve adottare sia nel privato che nella sfera pubblica. Il Museo del Riciclo nasce proprio con questo scopo, e la scelta, vincente, di farne un museo virtuale, e non canonico, deriva dalla volontà di arrivare a sensibilizzare un pubblico vastissimo, non solo consumatori dei consorzi, o specialisti d'arte del riuso, ma tutti coloro che hanno a cuore le sorti del nostro pianeta.
In questo modo si sottolineano due cose: in primo luogo, come quest'arte sia viva, in divenire, e contrapposta all'arte morta dei musei istituzionalizzati; in secondo luogo, come il non aver dato una casa a queste opere pone l'attenzione sull'idea e sulla missione che il Museo del riciclo vuole adempiere. Non ha importanza la contemplazione delle opere, quanto il valore simbolico che sta dietro ogni oggetto creato.
Il Museo, dunque, non è solamente una testimonianza di come l'arte possa nascere dal riciclo, ma è lì a rappresentare anche un tipo di riciclo che, in quanto "buona pratica", può diventare arte. E reinventando le cose, chissà che non possa accadere di reinventare noi stessi. Recicliamoci!
Per questo nasce il Museo del Riciclo. Partorito dalla volontà del consorzio Ecolight - sistema collettivo che si occupa della gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (raee) - che con oltre 1100 agenzie partecipanti, ha voluto dare maggiore peso al suo impegno in favore dell'ambiente. E, infatti, un museo dedicato proprio a materiali da "discarica" vuole essere anche una testimonianza significativa della sensibilizzazione ai temi ambientali, sia per i consumatori che per tutti gli utenti in generale.
Obbiettivo? Fare in modo che il tema del "riciclo" diventi più familiare, non più legato al mondo dei rifiuti, ma collegato ad un nuovo modo di intendere il vivere e la natura, dove ciò che non serve più, non deve necessariamente essere cestinato, quanto piuttosto trasformato, reinventato. Ed è questo aspetto ludico che fa si che questa arte del riuso possa coinvolgere un pubblico eterogeneo - dalle famiglie, ai bambini, alle scuole, a tutti gli adulti - in modo da sviluppare la sensibilità ad un impegno, che diviene uno stile di vita e che, se pur trasformato in unGIOCO, interessa il destino serissimo del nostro ambiente e della nostra sopravvivenza.
Tsunami, Uragano Katrina, Uragano Rita, sono solo alcuni dei nomi - o degli effetti citati all'inizio - dati alle peggiori rivolte che la natura ha inflitto al genere umano. Ma senza andare lontano pensiamo al terremoto dell'Aquila, agli straripamenti nelle province del messinese e, non ultimo, allo sfortunato episodio accaduto nel non così lontano Giappone.
Cosa vuole dirci Madre Natura? Forse che è matrigna diranno alcuni? Se esiste un cattivo certo non è la natura che, a quanto stanno le cose, è stata abbondantemente ridotta ai minimi termini, tanto da mettere a rischio le risorse che si pensavano illimitate come l'acqua. E come mai le agenzie sovranazionali non hanno il potere di far cambiare idea alle Nazioni che non firmano le convenzioni, una per tutte la convenzione di Tokyo?
La cura dell'ambiente passa infatti da attenzioni che ciascuno può e deve adottare sia nel privato che nella sfera pubblica. Il Museo del Riciclo nasce proprio con questo scopo, e la scelta, vincente, di farne un museo virtuale, e non canonico, deriva dalla volontà di arrivare a sensibilizzare un pubblico vastissimo, non solo consumatori dei consorzi, o specialisti d'arte del riuso, ma tutti coloro che hanno a cuore le sorti del nostro pianeta.
In questo modo si sottolineano due cose: in primo luogo, come quest'arte sia viva, in divenire, e contrapposta all'arte morta dei musei istituzionalizzati; in secondo luogo, come il non aver dato una casa a queste opere pone l'attenzione sull'idea e sulla missione che il Museo del riciclo vuole adempiere. Non ha importanza la contemplazione delle opere, quanto il valore simbolico che sta dietro ogni oggetto creato.
Il Museo, dunque, non è solamente una testimonianza di come l'arte possa nascere dal riciclo, ma è lì a rappresentare anche un tipo di riciclo che, in quanto "buona pratica", può diventare arte. E reinventando le cose, chissà che non possa accadere di reinventare noi stessi. Recicliamoci!
gb
www.museodelriciclo.it
www.ecolight.it
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