Hamlets
La tragicommedia dei Blusclint
Per il penultimo appuntamento della stagione Alla Musa il Baretti propone la Compagnia Blusclint. Per una versione dell'Amleto di Shakespeare che mischia la commedia alla tragedia, in un binomio ormai consono per svecchiare l'opera antica, la fascinazione che Hamlets suscita sul pubblico è la stessa dai secoli dei secoli. Al CineTeatro nelle serate del 9 e 10 maggio.
Amleto è dubbioso, folle, spavaldo e per questo che la Compagnia lo ha voluto Uno e Trino, tanto è strabordante la sua forza interiore, paragonabile solo al suo desiderio di Verità o all'odio che gli suscita Ipocrisia. Protagonista di una storia che rischia di schiacciarlo sotto il peso del suo stesso nome, nella versione dei Blusclint diviene il Capocomico di una compagnia di guitti e attori frustrati, che si trova a dover fare i conti con una storia, la sua, che si disfa sotto i suoi stessi occhi. Non vissuta neanche dai suoi alter ego che tentano di impadronirsi delle scelte mancate, anche la morte non gli è concessa. Anche Orazio, non entrando in scena, lascia l'amico solo a rincorre la sua Vendetta.
La storia, ricalca fedelmente il testo di W. Shakespeare arricchendolo però di suggestioni altre tratte da J. Laforgue, H. Müller, G. Testori. Si sceglie per la messa in scena di usare la formula ormai canonica del teatro nel teatro ove la finzione si amplifica sfiorando quasi la realtà. I personaggi interpretano più ruoli e tutto ciò che dovrebbe stare dietro le quinte, avviene sul palco accentuando la comicità e l'ironia di quella che figura come una compagnia che deve mettere in scena l'Amleto. Niente di particolarmente creativo, certo si gioca molto con il testo e la sua pesantezza, con le tre sfumature presentate di Amleto, con la metafora del meta-teatro ma in definitiva non si riesce a trovar quel quid che fa dell'Amleto una rilettura diversa, altra.
Un cast di attori bravi, giovani ed appassionati che ben si cimentano con le opere dell'Inglese e che, in questo caso, riescono ad appassionare il pubblico divertendolo con le loro gag rubate al mondo comico o a certo teatro nostrano.
Amleto è dubbioso, folle, spavaldo e per questo che la Compagnia lo ha voluto Uno e Trino, tanto è strabordante la sua forza interiore, paragonabile solo al suo desiderio di Verità o all'odio che gli suscita Ipocrisia. Protagonista di una storia che rischia di schiacciarlo sotto il peso del suo stesso nome, nella versione dei Blusclint diviene il Capocomico di una compagnia di guitti e attori frustrati, che si trova a dover fare i conti con una storia, la sua, che si disfa sotto i suoi stessi occhi. Non vissuta neanche dai suoi alter ego che tentano di impadronirsi delle scelte mancate, anche la morte non gli è concessa. Anche Orazio, non entrando in scena, lascia l'amico solo a rincorre la sua Vendetta.
La storia, ricalca fedelmente il testo di W. Shakespeare arricchendolo però di suggestioni altre tratte da J. Laforgue, H. Müller, G. Testori. Si sceglie per la messa in scena di usare la formula ormai canonica del teatro nel teatro ove la finzione si amplifica sfiorando quasi la realtà. I personaggi interpretano più ruoli e tutto ciò che dovrebbe stare dietro le quinte, avviene sul palco accentuando la comicità e l'ironia di quella che figura come una compagnia che deve mettere in scena l'Amleto. Niente di particolarmente creativo, certo si gioca molto con il testo e la sua pesantezza, con le tre sfumature presentate di Amleto, con la metafora del meta-teatro ma in definitiva non si riesce a trovar quel quid che fa dell'Amleto una rilettura diversa, altra.
Un cast di attori bravi, giovani ed appassionati che ben si cimentano con le opere dell'Inglese e che, in questo caso, riescono ad appassionare il pubblico divertendolo con le loro gag rubate al mondo comico o a certo teatro nostrano.
gb
CINETEATRO BARETTI
BLUSCLINT
HAMLETS
da William Shakespeare
Con Emilio Bonelli, Carlo Cusanno, Paolo Faroni, Maria Concetta Gravagno, Federico Manfredi, Stefano Annoni
www.cineteatrobaretti.it
BLUSCLINT
HAMLETS
da William Shakespeare
Con Emilio Bonelli, Carlo Cusanno, Paolo Faroni, Maria Concetta Gravagno, Federico Manfredi, Stefano Annoni
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