Il Ritorno di Gilgamesh
L'epopea al Teatro Astra
Vincitore del bando del SISTEMA TEATRO TORINO E PROVINCIA, debutta in PRIMA NAZIONALE al Teatro Astra - come epilogo della Stagione TPE - Gilgamesh di Letizia Russo. Nuova produzione Viartisti Teatrofirmata Pietra Selva, giovedì 8 e sabato 9 maggio negli spazi di via Rosolino Pilo si racconta una storia vecchia quattromila anni.
"Ho pensato di lavorare sull'epopea di Gilgamesh per la ancestrale radicalità della sua domanda: come si fa a non morire? In questi tempi, in cui molti di noi, a vari gradi e livelli, sono costretti ad occupare il proprio tempo alla ricerca di soluzioni per la sopravvivenza, avevo bisogno di tornare ai quesiti fondamentali, a quelle domande senza risposta che sono, nel loro mistero, quello che primariamente fa di un essere umano ciò che è. Poi, però, anche la leggerezza. Alla ricerca di un registro narrativo che nel lavoro con gli attori, con le loro potenzialità, le loro specificità, possa toccare il pubblico anche quando lo fa sorridere".
Non è il primo spettacolo della stagione TPE che si serve di un'epopea o di un racconto fiabesco per tornare a ri-porsi quei "quesiti fondamentali" come Letizia Russo li ha definiti sopra, ovvero quelle domande che oggi più che mai, nel deserto di aspettative future, esplodono con il malessere collettivo. Come si fa a non morire si chiede la regista e noi tutti insieme a lei, in un mondo che sub-vive? Se con Ecce Homo Lucilla Giagnoni aveva ripercorso le vicende dei racconti biblici risalenti a circa duemila anni fa, Letizia Russo va ancora indietro di duemila anni scegliendo l'epopea di Gilgamesh - la quale per altro è stata spesso paragonata ad alcuni episodi biblici - senza però essere permeata dal senso di colpa cristiano.
Gilgamesh è un eroe come Francesco D'Assisi e Siddharta, ambedue nella versione/visione del tedesco Hesse. Hanno tutto tutti e tre, e annoiati giocano con i loro privilegi, abusandone. Gilgamesh come gli altri intraprende un cammino solitario, scandito come i miti vogliono, da delle tappe che sono dei confini metaforici fra il prima e dopo; piccole conquiste che conducono ad una saggezza del vivere, infatti "al suo ritorno ad Uruk, Gilgamesh, non avrà aggiunto giorni alla vita, ma vita ai giorni". Il sale che l'insalata della vita necessità. Ecco che come Ulisse o il Pinocchio della Giagnoni, gli eroi/uomo devono prima abusare del mondo per poi stoicamente staccarsi. Non è una rinuncia ma consapevolezza dell'importanza delle semplici e "banali" essenze.
Ma come condensare un racconto lunghissimo nei tempi medio fissi del teatro?
E qui sta tutta la bravura di Pietra Selva e Massimo Verdastro nell'elaborazione drammaturgica, nel lavoro di svecchiamento e attualizzazione, nel far scemare la pesantezza in un testo leggero imbevuto di intelligente ironia. E ad un ottimo testo corrisponde un'ottima regia capace anche di portare in scena il fantasma diFranca Valeri, di riuscire ad andare oltre l'importanza del testo, scendendo di qualche gradino nel tono della scrittura originaria, scegliendo nella caratterizzazione dei personaggi idiosincrasie proprie degli attori, rendendolo ancora più "quotidiano" con piccole gag "troglodite" e inserti Queer. Non ultimo la scelta dei diversi registri narrativi: come il Ronconi di Pornografia (Teatro Stabile 22 aprile - 4 maggio) la Russo gioca fra prima e terza persona e a queste, a secondo dei casi, si associano le voci fuori campo, espediente utilissimo per mantenere viva l'azione sul palcoscenico; per esternare in ultima analisi, il senso del divenire che la storia racconta.
E la musica? tutto sembra permeato da sonorità ottocentesche, lo stesso secolo in cui si riprendono e si ri-apprezzano i miti e le fiabe in chiave romantica. Il secolo in cui si sviluppa ancor più la necessità di un Eroe, ma che di li a poco perderà qualsiasi connotazione positiva trasformandosi in un eroe dell'assurdo, incapace di porsi "quei quesiti fondamentali" che oggi appaiono i nemici peggiori da affrontare. E nella consapevolezza della morte degli eroi, spettacoli come quelli citati sono molto utili per la riesumazione delle mummie!!
"Ho pensato di lavorare sull'epopea di Gilgamesh per la ancestrale radicalità della sua domanda: come si fa a non morire? In questi tempi, in cui molti di noi, a vari gradi e livelli, sono costretti ad occupare il proprio tempo alla ricerca di soluzioni per la sopravvivenza, avevo bisogno di tornare ai quesiti fondamentali, a quelle domande senza risposta che sono, nel loro mistero, quello che primariamente fa di un essere umano ciò che è. Poi, però, anche la leggerezza. Alla ricerca di un registro narrativo che nel lavoro con gli attori, con le loro potenzialità, le loro specificità, possa toccare il pubblico anche quando lo fa sorridere".
Non è il primo spettacolo della stagione TPE che si serve di un'epopea o di un racconto fiabesco per tornare a ri-porsi quei "quesiti fondamentali" come Letizia Russo li ha definiti sopra, ovvero quelle domande che oggi più che mai, nel deserto di aspettative future, esplodono con il malessere collettivo. Come si fa a non morire si chiede la regista e noi tutti insieme a lei, in un mondo che sub-vive? Se con Ecce Homo Lucilla Giagnoni aveva ripercorso le vicende dei racconti biblici risalenti a circa duemila anni fa, Letizia Russo va ancora indietro di duemila anni scegliendo l'epopea di Gilgamesh - la quale per altro è stata spesso paragonata ad alcuni episodi biblici - senza però essere permeata dal senso di colpa cristiano.
Gilgamesh è un eroe come Francesco D'Assisi e Siddharta, ambedue nella versione/visione del tedesco Hesse. Hanno tutto tutti e tre, e annoiati giocano con i loro privilegi, abusandone. Gilgamesh come gli altri intraprende un cammino solitario, scandito come i miti vogliono, da delle tappe che sono dei confini metaforici fra il prima e dopo; piccole conquiste che conducono ad una saggezza del vivere, infatti "al suo ritorno ad Uruk, Gilgamesh, non avrà aggiunto giorni alla vita, ma vita ai giorni". Il sale che l'insalata della vita necessità. Ecco che come Ulisse o il Pinocchio della Giagnoni, gli eroi/uomo devono prima abusare del mondo per poi stoicamente staccarsi. Non è una rinuncia ma consapevolezza dell'importanza delle semplici e "banali" essenze.
Ma come condensare un racconto lunghissimo nei tempi medio fissi del teatro?
E qui sta tutta la bravura di Pietra Selva e Massimo Verdastro nell'elaborazione drammaturgica, nel lavoro di svecchiamento e attualizzazione, nel far scemare la pesantezza in un testo leggero imbevuto di intelligente ironia. E ad un ottimo testo corrisponde un'ottima regia capace anche di portare in scena il fantasma diFranca Valeri, di riuscire ad andare oltre l'importanza del testo, scendendo di qualche gradino nel tono della scrittura originaria, scegliendo nella caratterizzazione dei personaggi idiosincrasie proprie degli attori, rendendolo ancora più "quotidiano" con piccole gag "troglodite" e inserti Queer. Non ultimo la scelta dei diversi registri narrativi: come il Ronconi di Pornografia (Teatro Stabile 22 aprile - 4 maggio) la Russo gioca fra prima e terza persona e a queste, a secondo dei casi, si associano le voci fuori campo, espediente utilissimo per mantenere viva l'azione sul palcoscenico; per esternare in ultima analisi, il senso del divenire che la storia racconta.
E la musica? tutto sembra permeato da sonorità ottocentesche, lo stesso secolo in cui si riprendono e si ri-apprezzano i miti e le fiabe in chiave romantica. Il secolo in cui si sviluppa ancor più la necessità di un Eroe, ma che di li a poco perderà qualsiasi connotazione positiva trasformandosi in un eroe dell'assurdo, incapace di porsi "quei quesiti fondamentali" che oggi appaiono i nemici peggiori da affrontare. E nella consapevolezza della morte degli eroi, spettacoli come quelli citati sono molto utili per la riesumazione delle mummie!!
gb
TEATRO ASTRA
GILGAMESH
di Letizia Russo
con Massimo Verdastro, Gloria Liberati, Raffaella Tomellini, Alessandro Marini, Marco Intraia
elaborazione drammaturgica Pietra Selva e Massimo Verdastro
scene e costumi di Massimo Voghera e Enrica Campi
light designer Enzo Galia
movimenti di scena e ricerca musicale Renato Cravero
realizzazione scene Renato Ostorero
video e comunicazione Enrico Catalano
basi musicali Alessandro La Barbera
assistente alla regia Luca Durante
www.viartisti.it
GILGAMESH
di Letizia Russo
con Massimo Verdastro, Gloria Liberati, Raffaella Tomellini, Alessandro Marini, Marco Intraia
elaborazione drammaturgica Pietra Selva e Massimo Verdastro
scene e costumi di Massimo Voghera e Enrica Campi
light designer Enzo Galia
movimenti di scena e ricerca musicale Renato Cravero
realizzazione scene Renato Ostorero
video e comunicazione Enrico Catalano
basi musicali Alessandro La Barbera
assistente alla regia Luca Durante
www.viartisti.it