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Editoriali
09-19 I miei primi 10 anniStudiare, impersonare un ruolo vuole dire uscire da sé, svuotarsi per lasciare spazio a qualcos'altro. Certo si scoprirà che caratteristiche del personaggio fanno parte, anche, di sé, ma tali similitudini non identificheranno totalmente l'individuo/attore come persona. Si recita e nel dare vita a quel personaggio, lo sceneggiatore/scrittore deve farlo in maniera coerente con la storia di “pinco” e l'attore, col corpo e con la voce, deve essere altrettanto coerente nel dare forma e suono alle parole dello sceneggiatore, seguendo i consigli del regista. Nella finzione tutto è perfetto, perché tutto è studiato ed orchestrato.
Relazione (?)Nel marasma di slogan progettuali, nell'accozzaglia di ideali che si promuovono, nellecartine di reti che si millantano, sembra che i valori che vogliono promuoversi restino soltanto parole. Le si rendono vuote quando diventano di moda o una semplice prassi. Tutti sanno che molte programmazioni seguono e devono seguire le direttive europee, e pur di avere i finanziamenti, non sembra brutale pensarlo, i progetti si imbevono delle parole che la Comunità vuole leggere. Questo, che è un dato di fatto, non presuppone l'assimilazione dei valori propugnati. In sostanza non è una necessità istintiva quella relazionale oggi, ma piuttosto indotta. Bisogna fare dei compromessi enormi con la propria vocazione,
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CorpoIl mio corpo era la sfida con me stesso, il limite da superare, il pegno da pagare per conoscere me stesso. Battaglia solitaria, che se fossi vissuto altrove, forse non avrei intrapreso! Perché il mio corpo era il mezzo dell'esternazione del mio disagio: ambientale, personale, familiare, sociale. Il mio copro era al centro di forze contrarie alla mia natura: non parlavo dialetto, non giocavo a calcio, non andavo in sala giochi. Non facevo nulla di quello che era considerato "maschile", al contrario, leggevo, avevo una forte immaginazione e per questo fino alle medie e per i primi anni delle superiori, ho preferito il mondo "femminile", o quello che si considerava tale. Un mondo fatto di giochi e di parole, di sogni e fantasia.
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Se non piangi non vale!L’arte non viene dalla ragione, dalla conoscenza o dall'intelligenza. Neppure da una sensibilità esclusivamente umana o da uno dei talenti superiori dell’uomo, ma da un che di eccessivo, imprevedibile, inferiore. L’arte è dell’animale!
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