Magdalene
Quando la religione diventa prigione
Alla Cavallerizza Reale di Torino storie di Chiesa, di conventi e giovani perdute. Racconti di potere e religione. Il convento delle Maddalene, dopo la versione cinematografica del 2003, si confà agli spazi della Manica Corta nelle serate del 18 e 19 gennaio. Il Piccolo Teatro d'Arte fa sold out con la regia di Claudio Ottavi Fabbrianesi.
Storia di costrizioni e abusi, di violenza e di potere, Magdalene è lo spaccato di una società ottusa e ben pensante sostenuta, nel suo delirio moralista, da una religione altrettanto bieca. Solo la presunta convinzione di un "peccato" poteva far rinchiudere, da parte delle famiglie, le figlie colte a soddisfare i piaceri della vanità. Le giovani adolescenti del secolo scorso poco avevano a che fare con le loro coetanee di oggi disinibite e loliteggianti, loro alle quali non era permesso neppure avvicinarsi, figuriamoci parlare col sesso opposto. Non sogniamoci nemmeno di pensare a delle effusioni normalissime fra maschietti e femminucce, anche durante l'adolescenza. Tutto era peccato, tutto vanità, e nella conversione della peccatrice ogni mezzo machiavellicamente era permesso. Perché lì il fine giustificava e alimentava diabolicamente i mezzi. Ma una donna o un uomo possono assolverne un altro?
La denuncia è forte, una mina vagante che pochi colgono. Troppo scomoda, un pugno nel patrimonio dogmatico insito ormai nel nostro dna. Almodovar, ad esempio, ha fatto una bandiera, per parte della sua produzione cinematografica, di denunce alla Chiesa, alle loro istituzioni, al nome di Dio che quotidianamente viene offeso da suoi sedicenti funzionari. Dio è potere e ieri come oggi è un pretesto per averne. Col risultato che si dice Dio e si fa Demonio. Le peggiori nefandezze, la storia ci insegna, sono state compiute da omuncoli in nome di un Dio. Ma questo Dio esiste? e se si, le Chiese di tutto il mondo e di qualsiasi credo, fin quando saranno gestiti da uomini, saranno l'espressione in terra del dio divino? Quanto dobbiamo fidarci di uomini che se pur "in divisa" mostrano, come ormai sempre più sovente i media ci mostrano, le medesime bassezze di qualsiasi altro uomo? Forse vogliamo scaricarci le coscienze? Forse proprio questo Magdalene ci dice: dubita sempre e non accettare dogmi; medita e rifletti, con l'intelligenza che dio ti ha dato, ciò che ti viene proposto. Non essere mai certo di essere nel giusto o con Dio, quello è il primo passo verso l'inferno.
L'allestimento nel convento di uno spettacolo aperto al pubblico crea l'occasione perché sentimenti, rapporti di forza, recrudescenze e perversioni trovino nuovo spazio e nuovi modi per manifestarsi, ogni parola però è demandata ai versi della Bibbia. Attraverso il romanzo autobiografico di Christa Winsloe, una delle ragazze del collegio, si raccontano stralci di storie vere in cui le donne perdevano ogni diritto, la violenza era legalizzata, il maltrattamento lodato come rieducativo. L'ultima casa delle maddalene, in Irlanda, è stata chiusa solo nel 1996. Il Comitato ONU contro le Torture ha in corso un'inchiesta sui fatti denunciati.
Lo messa in scena è egregia. Ci troviamo catapultati con le ragazze dentro la lavanderia in cui erano costrette a lavorare. Tutto è caos nell'apparente tranquillità. L'acqua diviene un elemento cardine per il dramma. Fra battesimi, quindi rinascite, e morte da soffocamento, è uno dei protagonisti: le bacinelle colme d'acqua che ossessionavano le loro giornate, l'acqua con cui pulivano i piedi delle suore, l'acqua in cui erano spinte per purificarsi, l'acqua con cui pulivano il loro corpo umiliato. Sono pochissimi gli oggetti di scena e tutti riconducano a quell'elemento che ha insieme la forza di distruggere e di dare la vita. Le attrici tutte a cimentarsi con padronanza di ruolo e tecnica con una spettacolo che mescola le tecniche del teatro tradizionale d'attore con le tecniche del teatro di performance.
Una classicità tutta contemporanea che ricorda per certi versi i cori delle tragedie antiche in cui elemento fondamentale diviene la fascinazione che la voce ha sui sensi umani. Ovviamente non è semplicissimo riportare al pubblico sensazioni fortissime o comunicare un sottile disagio nel vivere un'ingiustizia, un sopruso velato da ottime intenzioni, e per questo le performers, hanno dovuto confrontarsi direttamente, attraverso esercitazioni e training, con il tema della vessazione dell'abuso e dell'omosessualità femminile, per riuscire a trasmettere empatia nell'animo del pubblico. Questo aggiunto a delle scelte registico drammaturgiche fa di questo spettacolo un'ottima messa in scena.
Storia di costrizioni e abusi, di violenza e di potere, Magdalene è lo spaccato di una società ottusa e ben pensante sostenuta, nel suo delirio moralista, da una religione altrettanto bieca. Solo la presunta convinzione di un "peccato" poteva far rinchiudere, da parte delle famiglie, le figlie colte a soddisfare i piaceri della vanità. Le giovani adolescenti del secolo scorso poco avevano a che fare con le loro coetanee di oggi disinibite e loliteggianti, loro alle quali non era permesso neppure avvicinarsi, figuriamoci parlare col sesso opposto. Non sogniamoci nemmeno di pensare a delle effusioni normalissime fra maschietti e femminucce, anche durante l'adolescenza. Tutto era peccato, tutto vanità, e nella conversione della peccatrice ogni mezzo machiavellicamente era permesso. Perché lì il fine giustificava e alimentava diabolicamente i mezzi. Ma una donna o un uomo possono assolverne un altro?
La denuncia è forte, una mina vagante che pochi colgono. Troppo scomoda, un pugno nel patrimonio dogmatico insito ormai nel nostro dna. Almodovar, ad esempio, ha fatto una bandiera, per parte della sua produzione cinematografica, di denunce alla Chiesa, alle loro istituzioni, al nome di Dio che quotidianamente viene offeso da suoi sedicenti funzionari. Dio è potere e ieri come oggi è un pretesto per averne. Col risultato che si dice Dio e si fa Demonio. Le peggiori nefandezze, la storia ci insegna, sono state compiute da omuncoli in nome di un Dio. Ma questo Dio esiste? e se si, le Chiese di tutto il mondo e di qualsiasi credo, fin quando saranno gestiti da uomini, saranno l'espressione in terra del dio divino? Quanto dobbiamo fidarci di uomini che se pur "in divisa" mostrano, come ormai sempre più sovente i media ci mostrano, le medesime bassezze di qualsiasi altro uomo? Forse vogliamo scaricarci le coscienze? Forse proprio questo Magdalene ci dice: dubita sempre e non accettare dogmi; medita e rifletti, con l'intelligenza che dio ti ha dato, ciò che ti viene proposto. Non essere mai certo di essere nel giusto o con Dio, quello è il primo passo verso l'inferno.
L'allestimento nel convento di uno spettacolo aperto al pubblico crea l'occasione perché sentimenti, rapporti di forza, recrudescenze e perversioni trovino nuovo spazio e nuovi modi per manifestarsi, ogni parola però è demandata ai versi della Bibbia. Attraverso il romanzo autobiografico di Christa Winsloe, una delle ragazze del collegio, si raccontano stralci di storie vere in cui le donne perdevano ogni diritto, la violenza era legalizzata, il maltrattamento lodato come rieducativo. L'ultima casa delle maddalene, in Irlanda, è stata chiusa solo nel 1996. Il Comitato ONU contro le Torture ha in corso un'inchiesta sui fatti denunciati.
Lo messa in scena è egregia. Ci troviamo catapultati con le ragazze dentro la lavanderia in cui erano costrette a lavorare. Tutto è caos nell'apparente tranquillità. L'acqua diviene un elemento cardine per il dramma. Fra battesimi, quindi rinascite, e morte da soffocamento, è uno dei protagonisti: le bacinelle colme d'acqua che ossessionavano le loro giornate, l'acqua con cui pulivano i piedi delle suore, l'acqua in cui erano spinte per purificarsi, l'acqua con cui pulivano il loro corpo umiliato. Sono pochissimi gli oggetti di scena e tutti riconducano a quell'elemento che ha insieme la forza di distruggere e di dare la vita. Le attrici tutte a cimentarsi con padronanza di ruolo e tecnica con una spettacolo che mescola le tecniche del teatro tradizionale d'attore con le tecniche del teatro di performance.
Una classicità tutta contemporanea che ricorda per certi versi i cori delle tragedie antiche in cui elemento fondamentale diviene la fascinazione che la voce ha sui sensi umani. Ovviamente non è semplicissimo riportare al pubblico sensazioni fortissime o comunicare un sottile disagio nel vivere un'ingiustizia, un sopruso velato da ottime intenzioni, e per questo le performers, hanno dovuto confrontarsi direttamente, attraverso esercitazioni e training, con il tema della vessazione dell'abuso e dell'omosessualità femminile, per riuscire a trasmettere empatia nell'animo del pubblico. Questo aggiunto a delle scelte registico drammaturgiche fa di questo spettacolo un'ottima messa in scena.
gb
Piccolo Teatro d'arte
Magdalene
Cavallerizza Reale
Testo e Regia Claudio Ottavi Fabbrianesi
con Federica Valenti, Alessandra Pittaro, Monica Prato, Giulia Rigobello, Rossana Peraccio, Patrizia Scianca, Arianna Lodato
Musiche - Arvo Part
Scene – Valerio Fontanella
Costumi - Agostino Porchietto
www.ilpiccoloteatrodarte.org
Magdalene
Cavallerizza Reale
Testo e Regia Claudio Ottavi Fabbrianesi
con Federica Valenti, Alessandra Pittaro, Monica Prato, Giulia Rigobello, Rossana Peraccio, Patrizia Scianca, Arianna Lodato
Musiche - Arvo Part
Scene – Valerio Fontanella
Costumi - Agostino Porchietto
www.ilpiccoloteatrodarte.org