Ancora... Sogni
Bendiamoci all'Espace
La Compagnia Sperimentale Drammatica, tra le varie produzioni e serate Milonga, propone spettacoli al buio. In collaborazione con il Gruppo Abele e con la Cattedra di Teoria e Tecnica del Teatro Educativo e Sociale dell'Università degli Studi di Torino offre al pubblico, il 9 aprile, il primo degli spettacoli pensato per i sensi. Con Ancora... Sogni si entra nei meandri inconsci attraverso visioni oniriche.
Non tutti sono predisposti a spettacoli del genere. La frenesia odierna non permette spesso di rilassarci continuando a diffidare di chi non si conosce soprattutto quando, bendati, dobbiamo affidarci a chi ha la pretesa di guidarci. Ci sono altre volte in cui il pubblico vuole abbandonarsi e cedere a qualsiasi barriera e immergersi nel fruire della coscienza mentre viene stimolata e punzecchiata. Tutti e due queste tipologie di pubblico hanno assistito, nella cecità dello sguardo, ad Ancora... Sogni, il primissimo approccio che la CSD ha avuto con gli spettacoli al buio. Nati come conseguenza dei laboratori della Alasjärvi e di Bergamasco con varie associazioni di persone diversamente abili, fra sud e nord del territorio nazionale, queste pièce gridano l'urgenza di cambiare il punto di vista con cui percepiamo il mondo incoraggiandoci a smettere di affidarci, come San Tommaso, solo a ciò che vediamo, per ascoltare e "sentire" con gli altri sensi. Esattamente come i bambini o le persone speciali che sperimentano lo stesso mondo ma da angolazioni diverse, più stimolanti, magiche.
A differenza di Fermati! storia d'amore fra una cieca e un vedente, Ancora... Sogni è volutamente meno strutturato. Non c'è una storia da raccontare ma anche qui si scrive un canovaccio di stimoli e mezze frasi che sarà riempito dai pensieri e dalle esperienze del pubblico. Perché non è importante seguire il filo logico del testo, quanto piuttosto esperire la circolarità indefinita delle sensazioni rievocate da parole, suoni (che questa volta sono tutti eseguiti dal vivo), odori, rumori, passi, fino ad arrivare al gusto. Affidarsi ad un estraneo e ingoiare ciò che ci viene offerto quando bendati è una prova di fiducia fortissima che l'Espace chiede al suo pubblico, infatti non tutti mangiano il cioccolattino o la caramella offertagli e quindi tornano le categorie di cui parlavamo sopra, i san tommasini che racchiudono il loro equilibrio nel controllo della vista che sonda e scruta e, i san franceschini che amando il sole e la luna diffidano meno del prossimo e anelano ad una comunicazione meno mediata. Bene gli spettacoli al buio possono essere un'ottima terapia per il pubblico più vario, ma soprattutto per i san tommasini l'esperienza può diventare la cura.
Non tutti sono predisposti a spettacoli del genere. La frenesia odierna non permette spesso di rilassarci continuando a diffidare di chi non si conosce soprattutto quando, bendati, dobbiamo affidarci a chi ha la pretesa di guidarci. Ci sono altre volte in cui il pubblico vuole abbandonarsi e cedere a qualsiasi barriera e immergersi nel fruire della coscienza mentre viene stimolata e punzecchiata. Tutti e due queste tipologie di pubblico hanno assistito, nella cecità dello sguardo, ad Ancora... Sogni, il primissimo approccio che la CSD ha avuto con gli spettacoli al buio. Nati come conseguenza dei laboratori della Alasjärvi e di Bergamasco con varie associazioni di persone diversamente abili, fra sud e nord del territorio nazionale, queste pièce gridano l'urgenza di cambiare il punto di vista con cui percepiamo il mondo incoraggiandoci a smettere di affidarci, come San Tommaso, solo a ciò che vediamo, per ascoltare e "sentire" con gli altri sensi. Esattamente come i bambini o le persone speciali che sperimentano lo stesso mondo ma da angolazioni diverse, più stimolanti, magiche.
A differenza di Fermati! storia d'amore fra una cieca e un vedente, Ancora... Sogni è volutamente meno strutturato. Non c'è una storia da raccontare ma anche qui si scrive un canovaccio di stimoli e mezze frasi che sarà riempito dai pensieri e dalle esperienze del pubblico. Perché non è importante seguire il filo logico del testo, quanto piuttosto esperire la circolarità indefinita delle sensazioni rievocate da parole, suoni (che questa volta sono tutti eseguiti dal vivo), odori, rumori, passi, fino ad arrivare al gusto. Affidarsi ad un estraneo e ingoiare ciò che ci viene offerto quando bendati è una prova di fiducia fortissima che l'Espace chiede al suo pubblico, infatti non tutti mangiano il cioccolattino o la caramella offertagli e quindi tornano le categorie di cui parlavamo sopra, i san tommasini che racchiudono il loro equilibrio nel controllo della vista che sonda e scruta e, i san franceschini che amando il sole e la luna diffidano meno del prossimo e anelano ad una comunicazione meno mediata. Bene gli spettacoli al buio possono essere un'ottima terapia per il pubblico più vario, ma soprattutto per i san tommasini l'esperienza può diventare la cura.
gb
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